Il
Codice:
Il testo greco è scritto in bellissimo carattere onciale argenteo a
due colonne in caratteri aurei, anch'essi onciali, è l'inizio dei due
Evangeli. La bella scrittura, senza spiriti ed accenti e senza
distacco di parole, non presenta altro segno d'interpunzione se non il
pinctum.
L'inizio dei paragrafi è indicato da iniziali più grandi. Le
abbreviature si può dire che manchino, all'infuori di qualche
compendium facilmente decifrabile. Troviamo peraltro in qualche
parte del codice (ricordo le didascalie, qualche nota marginale ,
l'indice del Vangelo di Matteo, l'Epistola a Carpiano) altro carattere
anch'esso onciale, ma di minori dimensioni, dalle lettere più l'un
l'altra avvicinate e in meno maestoso ductus
Il testo del codice rossanese, è costituito da parte del Nuovo
Testamento cioè della collezione dei libri biblici che ebbe origine in
Asia Minore e fu descritta in due parti: la prima risultante dai
quattro Evangeli e detta "Evangelo" e La seconda costituita degli
"Atti" e dalle "Epistole".
Ciascuno di questi scritti aveva il titolo e spesso una prefazione e
un prologo.
L'ordine dei Vangeli che prevale in quasi tutti i manoscritti greci e
siriaci è : Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
Anche nel nostro codice precede il Vangelo di Matteo e segue quello di
Marco. In ambedue sono state notate trasposizioni di pagine. Il
Vangelo di Marco è mutilo giunge al cap. XVI, 14.
Contiene inoltre una parte di lettera di Eusebio a Carpiano sulla
concordanza degli Evangeli.
Si ritiene che in origine il codice contenesse anche i Vangeli di Luca
e Giovanni. Mancano inoltre fogli con miniature, oltre che il
frontespizio generale, una parte dell'Epistola a Carpiano, le tabelle
dei Canoni e il frontespizio del Vangelo di Matteo.
Risalendo il nostro codice al sec. VI il suo testo è da considerarsi
fra i più antichi testi del Nuovo Testamento. |
Miniature:
L'importanza delle miniature del codice rossanese è rilevata dai più
autorevoli storici dell'Arte. Esse danno luogo ad osservazioni
notevoli sia nel loro complesso sia nei particolari e sia dal punto di
vista stilistico e da quello iconografico.
Sopravvive nella miniatura di questo codice l'arte greca alessandrina
nella nobiltà e gravità dei personaggi e per il gusto dell'allegoria.
Il Todesca specifica che le illustrazioni di questi manoscritti "sono
un nesso tra l'arte ellenistica e quella bizantina del Medioevo più
inoltrato, nella quale anche la miniatura doveva conservare perenni le
tradizioni antiche accanto a nuove forme stilistiche più propriamente
bizantine, e spesso fonderle con queste".
Le miniature sono eseguite con un colorito vivace e rapido che
dimostra la persistenza della miniatura impressionistica classica
nell'arte del litorale dell'Asia Minore, da cui questi codici
provengono. |
Commento alla
Miniatura:
Marco evangelista
scrive le prime parole del suo Vangelo.
E' fornito di strumenti scrittori (calami e atramentarium) Una figura
di donna, la Sapienza divina, gli detta le parole
Nota bibliografica:
Guerriera Guerrieri, Il codice Purpureo di Rossano Calabro, Estratto
da "Napoli" Rivista Municipale, edita a cura del Comune di Napoli -
1950
Articolo collocato c/o Biblioteca Civica di Cosenza
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