www.calabria.org.uk                                     Catanzaro-storia

katantza rion
index home geografia storia arte e cultura turismo musei folklore gastronomia ambiente
industria artigianato commercio salute natura pubblicità servizi contatti links e-mail
         
Catanzaro Cosenza Crotone Reggio Calabria Vibo Valentia

sei in provincia di Catanzaro

CENNI STORICI

Catanzaro, edificata in posizione mediana al Golfo di Squillace, è circondata da innumerevoli siti archeologici di epoche paleolitiche e neolitiche.

E' stata fondata tra il IX ed il X secolo, dai Bizantini dalla cui lingua, greca, deriva il suo nome : katantza'rion che significa : sotto terrazze.

Altra versione sull'origine del nome la danno alcuni storici catanzaresi i quali asseriscono che la città fu fondata nell'anno 804 da due leggendari condottieri bizantini, Kattaro e Zaro  dai quali ne venne Kattarozaro  e quindi Catanzaro.

Ma questa ipotesi sembra  una leggenda metropolitana dell'epoca, forse per rafforzare tra il popolo il mito della potenza bizantina unita alla religione, tanto è che si parla di S.Cattaro e S.Zaro.........

Le popolazioni indigene della costa jonica, nei pressi dell'attuale Catanzaro, furono costrette a lasciare i luoghi stanziali a causa sia delle malattie endemiche, come la malaria, che delle incursioni saracene e si rifugiarono verso l'entroterra, fino a occupare un colle, Greca o Pazzano, dove dettero inizio al primo insediamento catanzarese.Torre Normanna del Castello di Catanzaro

La città venne conquistata nel 1059 dai Normanni, ad opera del loro condottiero, Roberto il Guiscardo, che non riuscì altresì a cambiare il costume Bizantino della città, dal quale derivava, anche col concorso della numerosa e danarosa colonia ebraica, l'arte della seta, gloria ed onore di Catanzaro che ne resterà arricchita anche economicamente per alcuni secoli.

Nel 1252 la città venne infeudata a Pietro Ruffo ma, falliti i tentativi di instaurare un'unica signoria tra la Calabria e la Sicilia, Manfredi si impadronì nel 1256 di Catanzaro che, dopo il trionfo di Carlo D'Angiò, ritornò ai Ruffo e precisamente a Pietro II.

Alfonso D'Aragona, nel 1444, proclamava Catanzaro "demaniale" e le concedeva molte franchigie, sostenendo altresì il ribelle Antonio Centelles, un audace spagnolo che, dal suo matrimonio con Enrichetta, ultima erede di casa Ruffo, aveva ottenuto la contea di Catanzaro ed il marchesato di Crotone.

Nel 1519 Carlo V  privilegiò Catanzaro con gli "Statuti dell'Arte della Seta".

Lo stesso Carlo V decretò che la città si fregiasse con uno stemma rappresentante un’aquila con corona sovrastante i tre colli della città di Catanzaro con la dicitura "sanguinis effusione" che rammentava il sangue versato dai catanzaresi che strenuamente difesero  la città dall’assedio.

Nel 1532,  per volere dello stesso Carlo V, divenne sede Vescovile, al seguito di diverse dispute con la città di Taverna.

Ma il declino e la decadenza si impossessarono di Catanzaro, per mano soprattutto dei baroni, eredi felloni di un potere medioevale che distrusse ignobilmente i principii nobilissimi dell'augusto imperatore Federico II di Svevia che, con le costituzioni dei Landmarks, aveva innalzato, in modo eccelso, la civiltà dei popoli italiani.

Trascorre qualche secolo buio nella nemesi del tempo e si susseguono avvenimenti, in generale, poco degni di nota, assopendosi la vita per circa tre secoli nell'indolenza, ma mi compiaccio fare un balzo in avanti nel tempo per arrivare al Risorgimento, nel tempo del quale, preda della commozione, passo a  ricordare, oltre i martiri catanzaresi  Luigi de Pasquale e Giacinto Dejesse, giustiziati il 24 Marzo 1823, il mio antenato, Francesco Lattari, studente al Real Liceo di Catanzaro e collaboratore di Settembrini, Poerio e D'Ajala,  al confino decretato dai Borboni e che, alla caduta di questi ultimi, nominato dal Dittatore Garibaldi  "Direttore del Grande Archivio Reale di Napoli", fu, fra l'altro, il promotore del rientro in Italia delle ceneri del Foscolo, morto esule a Londra e della traslazione delle urne cinerarie di Attilio ed Emilio Bandiera da Cosenza a Venezia.

                                                      Marcello Lattari