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VERBICARO

E' la stazione romana nota come Aprustum, il cui nome venne corrotto, durante il dominio dei Normanni, in Vervicarium. C'è anche chi la fa derivare dalla città bizantina Berbekarios che significa paese di pastori. Inglobato nella contea di Lauria, dal 1459 al 1629, vi compare la famiglia Castelar. In seguito venne alienata, assieme al casale di Sambiase, al patrizio cosentino Angelo de Matera. Questa presenza durò appena un anno giacché sin dal 1630 vi figurano i Cavalcanti che vi ebbero giurisdizione feudale ininterrottamente fino al 1806.

Anticamente il paese era cinto da mura delle quali restano delle tracce nella parte più vecchia, dove è possibile vedere ancora tre portoni superstiti. E' famosa per una tradizione di lavoratori del legno specializzati nella costruzione di remi, antenne e alberi di navi. La zona archeologica che supporterebbe l'ipotesi che in questi posti sorgesse Aprusum (o Lavinistudiosi), nei pressi della stazione ferroviaria in località Marcellina.

Oltre ai ruderi di un antico borgo romano, è venuta alla luce una necropoli di tipo lucano con sepolcri a cassoni e a cameretta con ricco corredo funerario. Sono stati ritrovati vasi italioti a figure rosse e un'armatura intera in bronzo dotata di elmo, schinieri, corazza, cinturone e armi di ferro.

La chiesa Madre, dedicata a Santa Maria Assunta, è caratterizzata da molti elementi goticizzanti, dal portale con arco ogivale, all'acroterio avente le stesse forme, con statua al di sopra. Coronano una movimentata facciata, due piccole torri campanarie con copertura cuspidata.

Nella chiesa della Madonna delle Nevi, affreschi del '400.

Il venerdì santo sfilano per le strade del paese i vattienti. Rinomati i suoi vigneti che danno origine ad un vino molto corposo ed alcolico.

Famosi i cosiddetti panicelli che contengono uva passa zibibbo in foglia di cedro essiccati al forno.

C’è una grotta molto profonda detta Laus o l'Aus dove, si dice, venivano gettati i bambini senza battesimo.

L'ingiuria con la quale venivano additati era: pacchiusi e trippicuotti (peccioni o tripponi).

Costume tradizionale: "Gonna rossa ornata di fettuccia o gallone; maniche staccate di vario colore; le poppe fuori allacciate senza pettiglia; faudile e vannarella. La maritata ha l'oro".

Tratto da L.Bilotto - Itinerari della provincia di CS

 
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