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SPEZZANO DELLA SILA

La parrocchiale dedicata a San Biagio, fu eretta nel sec. XV in stile gotico. Successivamente, venne più volte rimaneggiata. L’interno è trinavato; l’abside mantiene ancora linee originarie con la pietra tufacea a vista, decorata in stile gotico da artieri calabresi della fine del 400. L’altare maggiore è costituito da un fantasioso fastigio ligneo intagliato e dorato del sec. XVIII. Vi si conserva una bella statua lignea di San Biagio, frutto di buona bottega statuaria lignea del 400 e un crocifisso ligneo del XVI secolo. Il fonte battesimale, della stessa epoca, è scolpito in pietra con, alla base, leone stiloforo romanico, e coperchio in pietra e legno; il lavoro ligneo del cappello, con intagli ornamentali, è del 600.

Nella parte alta dell’abitato, si erge la cinquecentesca chiesa di San Pietro che ha un interno trinavato, con decorazioni litiche dovute alle note ed abili maestranze roglianesi del 500. Vi si ammira una Adorazione dei Magi di Cristoforo Santanna del 1787 incorniciata in un pittoresco altare maggiore in legno indorato e intarsiato nel XVIII secolo. Nel fastigio ligneo, in due apposite nicchie sono collocate due statue della stessa epoca raffiguranti i SS. Pietro e Paolo, scolpite a tutto tondo in legno. Altre statue sono dedicate a S. Teresa (sec. XIX-XX), S. Lucia (in cartapesta, sec. XIX), S. Antonio da Padova (del Guacci, sec. XX), Immacolata (sec. XVIII). I locali accanto alla navata sinistra, un tempo parte integrante della struttura, nel 1864, con fare del tutto insensato, vennero alienati in favore della famiglia Monaco che lo adibirono a deposito di carrozze.

Più in alto è posta la chiesa di San Francesco di Paola edificata tra il 1454 e il 1458 per munificenza della famiglia Giudicessa. E il terzo convento dedicato a questo santo e fu egli stesso a dirigerne la costruzione. Più volte rovinato dai terremoti del sec. XVII, necessitò di un radicale rifacimento che rese necessaria una nuova consacrazione nel 1712.

Proprio quando la struttura monastica era all’apice della sua potenza, venne soppressa dalle note leggi del 1809, e destinata a tribunale e a carcere. Purtroppo andò dispersa una biblioteca ricca di oltre duemila volumi. Alla fine della grande guerra fu trasformata in filanda e, successivamente, a edificio scolastico. Il portale ogivale quattrocentesco introduce all’interno; appena varcata la soglia del portone ci si trova di fronte ad una splendida controporta barocca dipinta. Le enormi statue poste ai lati della navata raffigurano personaggi del Vecchio testamento e San Giovanni Battista. Due statue lignee sono rispettivamente dedicate alla Madonna del Grazie (1702) e a San Michele.

Questo santo è presente in tutte le chiese dell’ordine perché fu proprio lui ad apparire a San Francesco di Paola e a donargli lo scudo con la scritta Charitas. In alto, alcune tele del XVIII secolo di anonimi, raffiguranti scene dei Misteri. Alle pareti, quattro tele di anonimi del 700 (Annunciazione e 4 santi, Resurrezione, Crocifissione, San Francesco in Gloria con 4 sante). Nell’abside, Natività e Fuga in Egitto, entrambe del Santanna, e una Adorazione dei Magi, forse dello stesso autore delle precedenti.

Belle le panche corali lignee del sec. XVIII. In sagrestia si è colpiti dalla magnificenza degli ampi armadi lignei settecenteschi. Inoltre, tela raffigurante la Flagellazione, una stampa della Crocifissione del sec. XVIII e tracce di affreschi raffiguranti la vita del santo titolare. In passato vi erano custoditi quattro busti reliquiario scolpiti in legno e dorati del sec. XVII. Anche gli scanni con alto schienale provengono da una bottega calabrese di intagliatori del legno del sec. XVII. Di un certo interesse, è la tela dipinta nel 1779 da fra Bernardo da Celico. Nella festività di San Biagio, sopravvive un vecchio rituale pagano. Alla statua del santo vengono appesi pani votivi e nastri che verranno poi tagliati e distribuiti ai contadini che se ne servono come amuleti legandoli alle corna degli animali.

Costume tradizionale: "Una scrima; fazzoletto ad un nodo. In tutto il mandamento la donna ha un bottone dietro al corpetto per attaccarvi la gonna. La maritata ha loro e il corpetto rosso, e la gonna con pedana rossa".

Tratto da L.Bilotto - Itinerari della provincia di CS

 

PALMIERI L., Famiglie notabili di Spezzano Grande, Cosenza, 1194;

VALENTE G., San Francesco ed il convento di Spezzano, Chiappetta, Cosenza, 1976;

VIA P., Spezzano della Sila, Reggio Calabria, ed. Casa del Libro, 1977.

 
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