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SAN VINCENZO LA COSTA

In seguito all’arrivo di una colonia di Valdesi che scelsero questo posto per un loro insediamento, spinti dalle stesse motivazioni dei fratelli che si stabilirono a Guardia e a San Sisto, venne fondato un borgo che prese il nome di Espulsi, e il nome dice con eloquenza come costoro dovessero essere considerati, poi trasformato in Gesuiti.

Alla metà del Cinquecento vi appare una famiglia Rossi che viene privata del possedimento nel 1552 per essere affidata, dopo sette anni, all’ospedale dell’Annunziata di Napoli. La famiglia Vercillo nel 1735 acquista questo feudo, vi ha incardinato il titolo baronale e vi governa fino alle leggi eversive del 1806.

La chiesa parrocchiale, dedicata a San Vincenzo Martire, viene eretta nel sec. XVI e rifatta nel sec XVIII. Si presenta col corpo centrale elevato ed ali ribassate. La torre campanaria non è addossata al resto dell’edificio. Il portale d’ingresso del sec. XVI, ha arco a tutto sesto poggiato su imposta inclusa in una cornice quadrangolare in cui compaiono decorazioni floreali semplici. La navata centrale è illuminata da monofore con arco a tutto sesto; su entrambe le pareti, poste in alto, le figure degli apostoli sono riprodotte a tempera su carta. L’altare maggiore del ‘700 in marmo e granito, custodisce una statua lignea di San Vincenzo Martire del sec. XIX (sulla destra ha la griglia, sulla sinistra appare il corvo). Sullo stesso sono posti otto candelabri con crocifisso d’altare in ottone del sec. XIX. Sulla volta del presbiterio, in un olio su tavola di ignoto artista del sec. XX, è ritratta la Madonna Assunta. Nella navata secondaria, sulla parete destra, si ammirano due altari in marmo e granito del ‘700. Sull’altare principale, coppia di angeli portacandela del sec. XIX. Alla base dell’altare principale della navata destra, si trova una statua in legno scolpita e dipinta, del sec. XX, raffigurante Gesù nella bara.

Interessante l’acquasantiera di marmo bianco del ‘500-’600, con stemma, croce e corona che si ripetono in una lapide mortuaria in marmo bianco posta in fondo alla navata secondaria, segno che il committente di entrambe le opere era la stessa persona. Lungo questa navata minore, si aprono delle nicchie con cornici lignee eseguite nel sec. XIX e degne di nota; all’interno di una di esse, è collocata una statua che ritrae il santo di Paola, scolpito in legno e dipinto al naturale nel sec. XIX. Sulla parete sinistra della navata principale, mediocre stampa ottocentesca con la seconda stazione della Via Crucis. Appartenenti a questa chiesa sono pure dei dipinti (Madonna allattante, Sant’Antonio da Padova, San Francesco di Paola) del sec. XIX.

Nel convento adiacente alla chiesa, abitato da suore, è custodito l’archivio con i libri della Congrega Opera Pia dell’Immacolata, scritti tra il 1823 e il 1858. Alle Bocche del Drago, sgorga una sorgiva di acqua salata.

 


 

Dopo Km 2,8 da San Vincenzo, appare la frazione Gesuiti dove si erge la chiesa di San Donato con acquasantiera in pietra nera, statue lignee di Sant’Antonio da Padova e Sant’Antonio Abate del sec. XIX e i seguenti dipinti su tela: Madonna del Rosario con santi domenicani, Sacro Cuore, San Francesco di Paola, tutti di ignoti pittori dell’800.

Di questi abitanti si dice: «Vozzulusi e San Vicienzu, vota cannella di Santu Sistu, dinocchiuti di Gesuiti».

Tratto da L.Bilotto - Itinerari della provincia di CS

 
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