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ROSETO CAPO SPULICO

Non è nota l’epoca della sua fondazione, ma è quasi certo che ebbe un consistente incremento in seguito allo spopolamento del vecchio centro di Pietra di Roseto, attivo fino al 1270. Dopo un'infeudazione ai Carafa (1491) passò ai Guaragna fino al 1623, poi ai Rende fino al 1671, ai Della Porta fino al 1720, ai Cala Lanzina e Ulloa fino al 1791, ai Ferrari di Cosenza fino all’eversione della feudalità.

Addossati all’abitato sono visibili avanzi della cinta urbica eretta a difesa del paese nel Medioevo.

Nella chiesa parrocchiale dedicata alla Concezione, bel dipinto settecentesco di ignoto pittore meridionale, raffigurante la Madonna col Bambino ed angeli. Le altre tele raffigurano: l’Addolorata di ignoto del 700; San Benedetto di Francesco Antonio Algaria del 1800; l’Adorazione dei pastori del 600-700. Inoltre sono in evidenza: una statua lignea dell’Immacolata del 700, un’acquasantiera del 500, una lastra con figura giacente di vescovo del 300, un’altra lastra in pietra con angeli che reggono uno stemma del 300-400.

La chiesetta di Santa Maria della Consolazione è un piccolo edificio rustico con campanile a ventola. Nella facciata sono murate due sculture di epoca medievale provenienti sicuramente da un monumento funerario. Nella chiesa di Sant’Antonio, tela dedicata a San Francesco di Paola di ignoto del 600; due statue lignee del 700 (San Nicola e Sant’Antonio da Padova) e due di cartapesta del sec. XIX (San Francesco di Paola e San Rocco). La chiesa di San Nicola di Bari, custodisce una statua lignea della Madonna del Rosario di ignoto scultore del 700 e una dell’Addolorata (legno e stoffa) del sec. XIX. Inoltre, pugnale d’argento del 1797, statua in cartapesta di Santa Lucia del sec. XIX, tabernacolo del 600 e conca battesimale in pietra del 700.

Sul litorale, si erge il bellissimo castello di Porta Roseto. Si tratta di un’opera fortificata medievale rifatta in epoca sveva e rimaneggiata dagli Angioini. Certamente ebbe importanza notevole nell’età normanna durante la quale la Porta Roseto indicava il confine tra le giurisdizioni del Guiscardo e del fratello Ruggero I. La bella struttura che si ammira oggi, adattata alla pendenza del costone roccioso, non è anteriore al 500. Il muro di cinta è merlato e protetto da speroni; la torre quadrata è più alta dell’altra merlata. All’interno, vasto cortile con cisterna e locali adibiti a vari usi, tra i quali, in evidenza, resti delle scuderie con belle arcate. Il portale è con arco ad ogiva e goticheggianti sono anche monofore e bifore in tufo. Notevole è una grande bifora ogivale con archetti più piccoli trilobati e pilastrini che sorreggono capitelli di epoca sveva. Tra gli scogli del castello, ve n’è uno che custodisce un tesoro. Pare che nelle notti di plenilunio possa capitare di vedere aprirsi una di queste pietre e di scorgere oro e pietre preziose, ma di notare anche un serpente che fa buona guardia e che incute terrore. Ecco perché nessuno ancora se n’è impossessato.

Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza

 

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