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PEDIVIGLIANO

Anche se nel 1317 appare Pedivillano, il centro si popolò incrementando uno sei sette quartieri che attorniavano Scigliano e che veniva nominato Villanova. Secondo il Padula il vecchio paese era posto in un’altra zona detta u pecurajo. E più certo, invece, che un agglomerato più consistente si andò formando attorno ad una chiesetta dedicata a San Pietro appartenente alla mensa vescovile di Martirano. Solo nel 1937 raggiunse una sua autonomia amministrativa. Non è da escludere che, come riporta una tradizione, Pedivigliano sia stato popolato nel 500 dai profughi di Scigliano che fuggivano per la terribile pestilenza che aveva colpito il loro paese.

La chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Pietro e Paolo è di epoca imprecisata; rifatta nel 1616, utilizzando il sito di una chiesetta preesistente di cui s’è fatto cenno, subì pesantissimi danni a causa del terremoto del 1638. Per la ricostruzione si utilizzarono le pietre di una cava locale (Scaturra). Dovette subire un ulteriore rifacimento nel 1708, come viene testimoniato da una data incisa sulla facciata. L’altare maggiore, appartenente prima alla chiesa dell’Immacolata (diroccata) e prima ancora a quella dell’abbazia di Corazzo, è in marmi policromi. Vi sono alcune statue processionali, tra le quali, quella raffigurante l’Addolorata, è opera di Francesco Picone del 1772.

Costume tradizionale: "come Scigliano, con la differenza che la maritata, sotto la gonna nera ha la camiciola rossa. Hanno il ritorto, che dicono rondello".

Una delle frazioni del paese si chiama Pittarella il cui nome si vuole derivato dalla parola greca pathor che significherebbe interpretare i sogni. Per questo motivo le donne del luogo si dice abbiano da sempre posseduto doti para-magiche e che lo stesso paese sia diventato la città santa delle magare.

Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza