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ORSOMARSO

Secondo la tradizione, il nome sarebbe derivato dal Monte Orrido alludendo chiaramente alla località dove il paese venne edificato. Alquanto leggendaria risulta l’ipotesi secondo la quale fu la presenza di un orso nei boschi della famiglia Marzio (o Marzi) a far nascere la denominazione Ursomarcius o Ursumarzo che appare documentata a partire dal sec. XIII. Nessuna spiegazione viene data, invece, circa l’altro nome che avrebbe contraddistinto questo centro: Albistro. Prima del 1498 risulta infeudato ai Sanseverino ed inserito nella contea di Lauria; proprio in quell’anno, venne alienato in favore della famiglia Brissac, un esponente della quale, Ippolito, durante l’invasione francese del 1528, parteggiò per Lautrec.

Nel 1580 passava nel marchesato degli Alargon Mendoza, marchesi della Valle siciliana; quindi ai Sanseverino di Bisignano e da costoro, nel 1633, ai Greco che vi governarono fino al 1668. In quest’anno venne venduto alla famiglia Brancati una cui discendente, Cassandra, andando sposa a Vespasiano Giovene, duca di Girasole, lo portava quale dote matrimoniale. L’ordinamento amministrativo voluto dai Francesi, nel 1807, lo considerava luogo nel governo di Verbicaro; dopo quattro anni veniva inserito nella giurisdizione di Scalea e, con il riordino seguito alla restaurazione borbonica, ritornava nell’ambito di Verbicaro.

Nella piazza del paese si erge la chiesa di San Giovanni Battista, edificata nel Medioevo sul sostrato di una piccola cappella. L’interno risente degli interventi sei-settecenteschi e contiene otto altari policromi con paliotti marmorei intarsiati da artisti napoletani del 600; sull’altare maggiore, del 700 con bel medaglione su cui è effigiato il Battista, Madonna col Bambino e Santi di anonimo napoletano del 600. Inoltre, tela dedicata al santo titolare; Cristo in trono tra i SS. Pietro e Giovanni; Sacra Famiglia di G.B. Colimodio da Orsomarso; Battesimo di Gesù; San Vincenzo Ferreri e devoti. Le altre tele raffigurano: Santa Lucia (600), l’Estasi di Gesù (800), Santa Caterina d’Alessandria (700). In evidenza le seguenti statue lignee di ignoti scultori meridionali: Angelo custode (700), Madonna col Bambino (800), il Salvatore (700), San Giuseppe col Bambino (800). Nel soffitto del presbiterio, affreschi seicenteschi del Colimodio con figure di santi, Natività, Adorazione dei Magi, Predicazione, Decollazione del Battista. Gli affreschi della navata centrale sono dedicati a: Nascita del Battista, Cacciata di Eliodoro dal tempio, Cacciata dei mercanti dal tempio, Giudizio di Salomone. In sagrestia, tondo da soffitto raffigurante la Circoncisione; pergamena del 1575 con disegni miniati raffiguranti la Madonna col Bambino, San Giovanni Battista e stemmi gentilizi. Sull’androne adiacente al presbiterio, avanzo di affresco medievale del sec. XIV raffigurante la Madonna del Soccorso, la Maddalena e santo martire. L’acquasantiera litica di lapicida calabrese è del 600, l’organo a canne, del 1831.

La chiesa del SS. Salvatore, edificata nel sec. XI e rifatta tra il 500 e il 600, ha il campanile ed il portale con residui elementi romanici. L’interno mantiene le linee degli interventi succedutisi nel tempo. Nel coro, tra una ricca cornice dalla cimasa decorata con motivi floreali e cartocci, è racchiusa la Trasfigurazione, rappresentata con la figura centrale di Cristo coronato da apostoli e sovrastato da Dio padre, attribuito, con dubbia attendibilità, a Luca Giordano. Intorno, tele raffiguranti San Gennaro, San Biagio, San Tommaso Apostolo, San Gregorio Magno, San Francesco d’Assisi e Gesù percosso. Nel soffitto dell’abside, Sacra Famiglia. In una cappella laterale, statua lignea di Santa Filomena del sec. XVIII. In un ambiente adiacente, affresco seicentesco raffigurante San Michele Arcangelo. In sagrestia, croce processionale d’argento riccamente decorata, datata 1698; piatto di rame di arte norimberghese del 400 con figurazione a rilievo di San Giorgio.

Nei pressi dell’abitato, grotta della Madonna, caverna naturale con stalattiti e statua della Vergine. In località Mercurio, chiesetta del Beato Leonluca o di Santa Maria dei Mercuri, fondata nel sec. X, ultimo probabile esempio della celebre colonia monastica nota come Eparchia del Mercurion. Sono visibili resti dell’oratorio con motivi bizantino-normanni. In una statuetta della Madonna, plasticata in malto e gesso si ripetono e si fondono gli esempi della Madonna Odigitria e della Madonna Coronata.

Ad Orsomarso si usa far dono di fichi il primo maggio perché si crede che chi non li riceve verrà morso dagli animali.

Costume tradizionale: "Camiciotto nero; maniche staccate, ma nere; fazzoletto in testa messo a guisa di piumaccio; e pannello nero, ma orlato in capo".

Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza

 
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