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FUSCALDO MARINA

Il vecchio paese si erge tra le vallate dei torrenti Mercando e Maddalena a 369 metri d’altitudine, cosa che conferisce allo sguardo di spaziare sulla costa tirrenica e sul mare, e dista dalla costa km 2,7. E' ancora da accertare perché trentasei casali esistenti nella zona vennero abbandonati dagli abitanti alla ricerca di zone migliori; quelli che preferirono restare formarono un borgo che, con buona probabilità, prese nome dalla famiglia feudale che vi ebbe per prima giurisdizione. Tutto ciò dovette sicuramente avvenire in epoca normanna. Ma già nel 1202 risulta appartenere ai Tarsia di Cosenza, nel 1223 ai Del Poggio.

Dal 1300 al 1464 vi governarono ininterrottamente i Ruffo di Montalto. Successivamente l’intestazione feudale evidenzia l’appartenenza ai Marzano che spesso preferirono affidarlo in suffeudo. Il 1496 venne registrato il passaggio di consegne alla famiglia Spinelli. Costoro, nel 1532, lo alienarono in favore di Bernardino Martirano ma con una clausola molto comune in quei tempi che veniva chiamata patto di retrovendita. Per tale postilla, ritornò agli Spinelli che nel 1565 vi ebbero concesso il titolo di marchese e che vi rimasero fino all’eversione della feudalità.

La porta della Croce, seicentesca, rappresenta un residuo della seconda cinta muraria del paese; è in tufo e affiancata da un portichetto. Articolata la storia della chiesa e del convento di San Francesco di Paola. Il 13 maggio 1514 venne concesso il permesso da parte di Leone X all’Università di Fuscaldo, di costruire una chiesa dedicata a S. Giovanni Battista da destinare ai padri seguaci di San Francesco di Paola, in località Patico.

La costruzione, finanziata dal marchese di Fuscaldo Tommaso Francesco Spinelli, iniziò nel 1514 e venne completata nel 1603. I Minimi vi rimasero fino alla soppressione degli ordini monastici voluta dai napoleonidi. Nel 1840 vi si stabilirono i Francescani Minori Osservanti fino al 1867. Da tale data fino al 1914, chiesa e convento passarono al Regno d’Italia. I locali, tuttavia, andarono continuamente degradandosi fino a richiedere un intervento di restauro nel 1883. Il 16 febbraio del 1920, avvenne l’insediamento dei Passionisti. L’interno, mononavato, contiene: a destra, statua di S. Antonio da Padova, segue statua della Madonna Addolorata. A sinistra, bassorilievo raffigurante San Gabriele dell’Addolorata; più avanti, altro bassorilievo raffigurante San Paolo della Croce patrono dell’ordine dei Passionisti. Sulla volta, l’Estasi di San Francesco, affresco eseguito da Ettore Ballerini nel 1921. Bello il crocifisso che prima era all’ingresso. Sull’altare maggiore, busto di San Francesco di Paola ; alla destra, dipinto raffigurante il Miracolo di Martinello (agnello); alla sinistra, altro dipinto raffigurante San Francesco che attraversa lo stretto di Messina col mantello. Anche queste opere, come le tre poste in alto nell’abside, raffiguranti la Fede, la Speranza e la Carità, sono del Ballerini. Le pareti sono state decorate ad olio ad imitazione del marmo da Romolo Minniti detto Pascello; le decorazioni della volta e della cappella sono state eseguite dai fratelli Alberto e Corrado Albani nel 1929. All’esterno è posto il monumento di Vienna Fuscaldo madre di San Francesco, scolpito nel 1983.

Su Via Roma, dopo la porta d’ingresso, si erge la chiesa di San Giovanni, appartenuta agli Agostiniani, completamente rifatta nel 1706; ha un bel portale in tufo, purtroppo non in buone condizioni. L’interno, ad una sola navata, custodisce un pregevole crocifisso ligneo del sec. XVII. Sul secondo altare di destra, tela di Giambattista Santoro del 1887, pittore del luogo, raffigurante Santa Lucia, altra santa e Madonna in gloria tra gli angeli; più avanti, statua della Madonna delle Grazie.

Sulla destra, cappella di Santa Lucia con statua della santa.

La chiesa matrice, intitolata a San Giacomo Maggiore, è un edificio di origine medievale che, nel corso del 700, venne notevolmente rimaneggiato. La scala d’accesso, la facciata, il portale centrale e la torre campanaria, sono frutto del lavoro e dell’ingegno di maestranze locali (a. 1770). Il portale laterale ha lo stipite lapideo intagliato barocco. L’interno, decorato a stucchi in stile barocco nel sec. XVIII, è trinavato. Sulla navata destra: affresco settecentesco raffigurante l’Allegoria della Morte; statua di Santa Rita incoronata da un angelo; statua della Madonna col Bambino; due affreschi deteriorati e, in mezzo, tela con santa e stemma feudale. Dopo una balaustra in marmi policromi, si accede nel transetto col coro ligneo e l’altare maggiore marmoreo ornato a tarsie policrome costruito nel 1702; al di sopra, tela raffigurante la Madonna con San Giovanni Battista, e, sullo sfondo, un paese, forse Fuscaldo; sulla parete destra, affresco raffigurante la Lavanda dei piedi, e, sulla sinistra, la Samaritana. Sulla navata sinistra, accanto all’ingresso, in una nicchia di legno, statua del Sacro Cuore del 1895. La prima cappella contiene una statua del Cristo, segue altare con statua della Madonna col Bambino; alla sue spalle, olio su tela dipinto da Giambattista Santoro, raffigurante la Madonna col Bambino con Santa Lucia e altro santo, sullo sfondo la città di Fuscaldo. Sul secondo altare, tela eseguita da Ginesio Gualtieri nel 1787 raffigurante la Madonna del Rosario con San Domenico e Santa Caterina e, intorno, 15 piccoli ovali dei Misteri. Sul terzo altare, altra tela di Ginesio Gualtieri del 1787, raffigurante Sant’Anna e San Gioacchino con la Madonna. Segue, statua di Sant’Antonio e, dietro, olio su tela raffigurante la Sacra Famiglia con Santa Rita e stemma gentilizio; nella cappella successiva, tela raffigurante San Michele Arcangelo; ai lati, San Pietro e San Paolo. In fondo alla navata, Circoncisione di N.S., ai lati foto della Sacra Sindone, al di sotto 3 reliquiari. Sulla volta, Gesù che predica di V. Severino del 1925; inoltre, Transito di San Giovanni. Addossato al 40 pilastro, bel pulpito ligneo intagliato settecentesco; sul 50 pilastro, lapide settecentesca con stemmi dell’arcivescovo di Cosenza Francone e del parroco Martini. Inoltre, fonte battesimale in marmi policromi del 1702 e iscrizione rievocante i santi martiri argentanesi: Senatore, Viatore, Nominata e Cassiodoro. In sagrestia, due tele raffiguranti rispettivamente la Madonna del Carmine e la Vergine con San Francesco di Paola ed altro santo.

La chiesa di San Giuseppe o del Suffragio, è una costruzione del sec. XVIII, edificata a cura di maestranze locali. L’interno è decorato barocco e, sull’altare maggiore, si conserva una tela di Giuseppe Pascaletti da Fiumefreddo Bruzio raffigurante la Madonna del Suffragio. La chiesa della Congregazione dell’Immacolata, edificata nel sec. XVII a cura di Nicolò Ricciardi, conserva ancora la bella facciata barocca caratterizzata dalla pietra locale lavorata (a. 1633), e il campanile in tufo con coronamento di colonnine. All’interno, decorato a stucco in stile barocco, dipinto settecentesco ad olio su tela eseguito da Giuseppe Pascaletti, raffigurante l’Immacolata.

Degni almeno di uno sguardo, sono i palazzi: Mazzei sito in Via Roma (del sec. XVIII, con loggette ad archi, portone, balcone e finestre in pietra locale e ringhiere barocche del 700 in ferro battuto); Vaccaro, in Corso Garibaldi (bel loggiato con colonnine ed arcate barocche); Montesanti; Calabria (con portale del 1585); Lattari, ove si conserva il berretto di Emilio Bandiera, raccolto nel Vallone di Rovito a Cosenza.

Si dice: "Visignano fu lu padri, Fuscaldu fu la madri, chi ficiru dui frati: Albidona e Bonifati". Venivano chiamati ciuoti perché dicevano: "Jamu supra u munticiellu ca pigliamu a luna cu lu matassaru" (Andiamo su un'altura e prendiamo la luna con laspo). Da Fuscaldo, dopo Km 23,5 (minuti 29), verso l’interno, si arriva a San Benedetto Ullano.

Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza

 

LATTARI F., La terra di Fuscaldo. Notizie e ricerche documentate, Giannini, Napoli, 1929.

Vedi inoltre: CAVALCANTI O., Architettura spontanea nella fascia tirrenica cosentina, in "Calabria Sconosciuta", 1980.

 
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