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FALCONARA ALBANESE

Appare strano trovare un paese di origine e lingua albanese, al di fuori dell’area geografia nella quale sono raggruppati la maggior parte di Arbresh. Falconara venne fondata da un gruppo di profughi provenienti da Croia e da Scutari invase ed occupate dalla armate turche. Si vuole che le navi che trasportavano queste comunità, dirette come le altre verso un’unica destinazione, furono sorprese da una violenta burrasca che fece perdere la rotta prefissata. Oltrepassato lo Stretto di Messina, risalirono la costa calabra fino a fermarsi nei pressi di Torremezzo; qui decisero di penetrare all’interno e di edificare un paese difficilmente assediabile. Fu assoggettato alla baronia di Fiumefreddo della quale seguì le vicende feudali, poi assegnato alla famiglia Sanseverino fino al 1528 anno in cui subentrarono gli Alargon de Mendoza, marchesi di Rende e della Valle siciliana.

La chiesa madre, dedicata a San Michele, di origine secentesca, ha un portale del 1601, probabile data di costruzione della chiesa. All’interno belle statue processionali e un pregevole dipinto ad olio su tela dipinto nel 1749 dal Pascaletti di Fiumefreddo Bruzio, che raffigura i Santi Michele Arcangelo e Francesco di Paola. Nel 1544 venne fondata la chiesetta di Santa Maria di Castelluccio, adagiata sulla roccia e dotata di delicati elementi architettonici quali un portichetto con elementi di pietra tufacea. All’interno è posta una statua della Madonna Assunta, modellata da artista provinciale del 600.

Salendo per la gradinata che ci si presenta innanzi, si giunge in un belvedere con suggestivo scenario panoramico.

In quanto alle tradizioni popolari, v’è da annotare che Falconara è tra i paesi albanesi che perse il rito greco già nel 500 a beneficio di quello latino.

Nella piazza Scanderbeg, eroe nazionale degli Albanesi, bella statua bronzea di questo condottiero.

La chiesa del Buonconsiglio venne eretta nel 500, come si rileva dall’architettura della facciata sulla quale spicca la finestra con stipiti in pietra arenaria. Di gradevole aspetto è l’abside semicircolare con copertura a cupola. Ma, in merito a questo culto, è necessario soffermarsi più a lungo: della terza ondata di profughi Albanesi, avvenuta nel 1467, facevano parte 37 fuochi, ossia altrettanti nuclei familiari il cui totale si aggirava sulle 185 persone. Erano partite da Scutari su consiglio della Vergine (ecco perché Madonna del Buonconsiglio). Smarrita la rotta e risalendo la costa tirrenica, si fermarono nei pressi di Fiumefreddo in una località che allora si chiamava Campo. Da questo posto per l’insofferenza dei fiumefreddesi, si spostarono a San Pietro di Torremezzo; ma il pericolo delle invasioni barbaresche era sempre incombente per cui decisero di spostarsi all’interno. La Madonna apparve sotto le sembianze di una vecchietta, li condusse ai piedi di un costone roccioso dove venne edificata la chiesetta ancor oggi nota come Madonna Assunta della Castelluccia.

Dai vari crepacci esistenti sotto l’abitato, si dice provengano strani rumori. Si vuole siano i lamenti dei bambini morti senza battesimo che vi venivano gettati.

A Torremezzo, Torre Lunga o Torre di Mesa edificata nel 1566.

Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza

 

BRUZZANO L., Poesia albanese di Falconara, in "Archivio per lo studio delle tradizioni popolari", Monteleone, 15. XI. 1891;

GENOESE A., Falconara tra storia e tradizione, Castrovillari, Ed. Prometeo, 1989;

RIGGIO F., Falconara Albanese. Ricordi e schiarimenti, in "Rivista Storica Calabrese" 1896 -1900.

 

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