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CIVITA

Qualcuno ipotizza che possa trattarsi dell’antica Cossa, nota nel Medioevo col nome di Castrum Sancti Salvatoris, sorta ai piedi del Timpone del castello.

Oggi è un centro agricolo del versante destro del Raganello popolato da profughi albanesi nel ‘400. Ai piedi dell’abitato, nei pressi del torrente, suggestiva località disegnata dall’erosione delle acque.

Sulla chiesa madre dedicata all’Assunta non vi sono molte notizie; sicuramente, comunque, venne eretta tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. A suffragare tale ipotesi concorre il fatto che i libri parrocchiali non sono antecedenti al 1610. Nel 1858, date le condizioni estremamente precarie, subì un radicale rifacimento. Successivi ritocchi vennero apportati nel 1899 e nel 1937.

Il campanile a pianta quadrangolare è collocato alle spalle dell’abside; il fronte e i fianchi sono tripartiti da cornicioni a sagoma smussata; l’ordine intermedio con tre monofore dove sono collocate le campane, termina con un doppio cornicione. Al di sopra, l’orologio, opera di M. Canonico di Lagonegro del 1896. All’interno: statua in legno dell’Immacolata del XX secolo; manichino dell’Addolorata in legno del XIX secolo; vergine col bambino del XIX secolo; Cristo in Croce fatto in legno del XIX secolo; pulpito e prospetto d’organo del Settecento scolpiti da domenico Magno, analogo lavoro delle opere sita alla chiesa di Sant.Antonio da Padova di Corigliano, della cattedrale di Rossano e della chiesa del Carmine a Morano.

Nella chiesa di Santa Maria della Consolazione, dipinto della titolare di ignoto meridionale del ‘600 – ‘700; tela raffigurante la Natività in pessimo stato, de XVII secolo, proveniente dalla collezione Piccoli; candelabri in legno di bottega locale dell’800 e in bronzo fuso.

Nel santuario di Santa Maria della Catena, oratorio di origine medievale fondato, con buona probabilità, su ruderi dell’antichità classica; all’interno, icona della titolare. Notevoli le opere d’arte e d’artigianato contenute nelle abitazioni signorili delle famiglie Tudda, Bellusci, Placco, Filatro, La Cattiva, e nel palazzo ducale.

Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza

 
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