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BELSITO

Anche questo paese viene annoverato tra i casali di Cosenza sorti in seguito alla sua devastazione avvenuta nel sec. X ad opera dei Saraceni. Il suo primo nome era Crepasito (Crapisito, Crepissito), che indica il luogo ove si trova la pietra speculare. Coloro i quali propendono per la derivazione da voce ebraica ritengono che significhi: villaggio eminente; mentre altri ancora vi intravedono la derivazione dal latino Cupressetum, cioè bosco di cipressi.

La sua attuale denominazione è dovuta alla sosta che l’imperatore Carlo V fece nel 1535 in questo paese. Quando gli riferirono, evidentemente sbagliando, che il nome di quel villaggio stesse a significare località abitata da capre, volle rendere giustizia alla bellezza del posto che egli riteneva banalmente mortificata da un brutto epiteto e ordinò venisse denominato Belsito. Per quanto riguarda la sua gestione politica ed amministrativa, seguì le vicende degli altri casali cosentini.

La chiesa di San Giovanni Battista contiene una bella tela dipinta ad olio, opera settecentesca di seguace di Luca Giordano che raffigura la Predicazione del Battista ispirata ad un’opera del maestro nota come San Giovannello, conservata a Napoli. Bella la grande conca battesimale scolpita in pietra d’Altilia su sostegno che reca modellate a bassorilievo delle foglie d’acanto di tipo medievale. Nella cappella sinistra è degna di nota una cornice lignea intagliata e dorata proveniente da bottega roglianese del Sei-Settecento. Le stesse caratteristiche in quanto ad epoca, lavorazione e materiale si riscontrano nello stipo della sagrestia: è a due battenti riquadrati e decorati di losanghe e intagli a bassorilievo.

Di un certo interesse, la facciata, il portale e lo stemma del palazzo Provenzale.

Quando si ascoltava un pessima musica o degli strumenti stonati si diceva: "Pare la musica di Belsito che in tre dì e tre notti non potettero accordare gli strumenti".

Costume tradizionale: "Una scrima. Gonna celeste e corpetto rosso (se maritata); capelli sfettucciati; fazzoletto annodato sotto la gola".

Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza

 

 

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