www.calabria.org.uk                      Calabria-Cosenza-Torano Castello    

 

TORANO CASTELLO

Si tratta di un centro di probabile origine enotra ampliato dai Bruzi e si vuole sia stata sede dell’antica Dampezia o Dapezia di cui parla Livio a proposito delle città che intrattennero regolari contatti e rapporti con Roma dopo la venuta di Annibale. Si distingue durante le Guerre Puniche per l’ambiguità degli schieramenti ed i continui cambi di fronte, cosa, del resto, tipica dei paesi del circondario.

Nel primo cinquantennio del secolo XII si ha notizia di un centro di nome Tauranum e, nel 1200, risulta quale feudo della famiglia Tarsia. Nel 1445 confluisce nel vasto stato del principe di Bisignano che lo aliena nel 1559, ai Contestabile. Nel 1665 è registrata la vendita in favore dei Lupinacci di Casole i quali, nel 1668, ne fanno permuta con Fabio Caputo da Paterno, ottenendone in cambio Sartano.

Nella Chiesa matrice di San Biagio l’elemento prevalente è lo stucco, e, bisogna dire, apposto da mani esperte quali quelle di Giovanni Calieri. L’altare della cappella del Sacramento in stucco lucido policromo e muratura, decorato a mosaico con motivi floreali, è dovuto alla maestria di Maurizio Ofrias, padrone dei caratteri dell’ornato napoletano, che vi lavorò nel 1763. Il pezzo pregiato della chiesa è senz’altro il busto in argento sbalzato leggermente dorato, del titolare proveniente dalla bottega orafa napoletana di Michele Lanzetta, attivo nella città partenopea nel 700. Il criterio di lavorazione dell’opera è quello più frequente per la statuaria in argento: testa e mani realizzate mediante fusione, le restanti parti in lamine. Il convento di Sant’Antonio, venne eretto dai monaci Cappuccini tra il 1567 e il 1568, giacchi nel 1578 appare già in piena attività.

Il terremoto del 1783 vi provocò danni consistenti ma non tali da causarne l’abbandono. Ben altre conseguenze ebbero invece le leggi napoleoniche che ne decretarono la soppressione il 10 febbraio 1811. Col ritorno dei Borboni sul trono di Napoli anche le fortune del convento cambiarono ed i monaci vi fecero ritorno. In conseguenza della seconda soppressione del 1866 vi rimase un solo padre per officiare le sacre funzioni e fungere da cappellano. Morto costui, la struttura venne definitivamente abbandonata. Del 1929 è la richiesta di poterlo adibire a dimora delle suore Piccole Operaie dei SS. Cuori che vi volevano fondare un istituto, ma la precarietà dell’edificio fece desistere le religiose da ogni ulteriore azione.

La chiesetta, sempre più bisognevole di lavori di restauro, presenta una torre a pianta quadrata e un chiostro antoniano con resti di arcate. All’interno, altare maggiore con statue lignee dell’Immacolata (al centro) e dei santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova (ai lati) frutto di arte monastica dell'800. Le altre statue raffigurano: Santa Teresa d’Avila (800), l’Addolorata (800, manichino). Inoltre, affreschi sulla vita del santo titolare di D. De Luca del 700.

Nella chiesa di San Giovanni, statue lignee ottocentesche (Assunta, Sant’Antonio da Padova, San Pietro, San Francesco di Paola, San Francesco d’Assisi, Santa Filomena,) e altare maggiore con dipinto di ignoto dell'800 raffigurante la crocifissione.

Solo poche tracce rimangono del castello feudale del quale sono visibili alcuni ruderi. Il maniero appartenne ai Cavalcanti, ai Lupinacci di Casole e ai duchi Caputo di Torano. Numerosi ritrovamenti archeologici caratterizzano i dintorni di Torano. Su una collina, in prossimità della statale 19, sono venuti alla luce resti di stanziamento preistorico e protostorico ascrivibili alla tarda Età del Bronzo e alla prima Età del Ferro (IX-VII sec. a.C.) tra i quali è stata trovata una spada di bronzo.

Nella zona denominata Cuozzu da Turra, reliquie di età greca; nei pressi del fiume Crati, in località Pantuni è venuto alla luce un avanzo di clipeo frontonale con raffigurazioni di Ercole mentre lotta col leone nemeo, assieme a frammenti architettonici relativi ad un piccolo sacrario.

Verso la metà degli anni sessanta, alcuni scavi richiesti da Ottavio Cavalcanti e realizzati dall’archeologa Juliette de la Geniire, hanno fatto emergere degli elementi che lascerebbero pensare alla mitica ed introvabile Pandosia, contesa con forza anche da Marano Principato, da Mendicino e da Castrolibero.

In Piazza San Sebastiano, monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale eretto nel 1924.

I toranesi sono detti mangiaranunchi. La sposa si recava in chiesa con il capo scoperto, portata per le mani da due donne.

Quando moriva qualcuno, la famiglia non accompagnava il defunto che veniva condotto al cimitero con mani e piedi legati con un Rosario. Ogni compaesano che veniva a portare le condoglianze, vi poggiava una sua corona (del Rosario) che veniva ripresa prima di chiudere la bara per l’ultima volta, credendo che fosse di buon augurio.

Nella frazione Sartano, sopravvive un vecchio culto latino nella festa di S. Nicola che viene organizzata il 6 dicembre dai massari. Il santo nella tradizionale raffigurazione con le tre sfere, reca appeso al braccio destro un nastro rosso. Man mano che la processione si snoda per le strade del borgo, la gente infila nelle stanghe che si allungano dalla base ove è poggiata la statua, dei pani votivi detti "cullacci", il tutto mentre si offre da bere ai portantini. In chiesa il sacerdote distribuisce i panini benedetti, poi taglia il nastro rosso e lo distribuisce, a pezzetti, ai contadini affinché possano legarlo alle corna dei buoi e vengano così posti sotto la protezione divina; contemporaneamente tutt’intorno la festa continua col suono della zampogna confuso in un gran baccano , perché "Santu Nicola vò ra ciroma ca sunna vida un rida" (1)

. Costume tradizionale: "Maritata rossa, zitella verde: nastro verde, ndrizzatoio verde e fazzoletto non annodato. Busto, corpetto con maniche staccate. Il lembo della veste dicesi pudla (perdana)".

Tratto da L.Bilotto - Itinerari della provincia di CS

 

(1)CAVALCANTI O., Il materiale il corporeo, il simbolico: cultura alimentare ed eros nel sud, Roma-Reggio Calabria, Gangemi, 1984, pp. 65-78.

IDEM, Architettura spontanea a Sartano, Il Politecnico, Cosenza, 1974;

IDEM, La zona archeologica di Torano Castello, Grottaferrata, 1974;

VALENTE G., Le vicende feudali di Torano.

 
index home geografia storia arte e cultura turismo musei folklore gastronomia ambiente
industria artigianato commercio salute natura pubblicità servizi contatti links e-mail
         
Catanzaro Cosenza Crotone Reggio Calabria Vibo Valentia

Cosenza Storia