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SAN COSMO ALBANESE

Anche questo paese è stato fondato tra il ‘400 e il ‘500, in seguito alla venuta degli Albanesi in questa provincia e, più in particolare, nel vasto stato del principe di Bisignano. Sotto i Sanseverino rimane fino al 1597, per poi passare, quale bene dotale, a Bernardino Milizia e da questi, per successione, ai Castriota nel 1638. Nel 1732 i Sanseverino riescono ad entrare nuovamente in possesso di questo feudo fino ad alienarlo, nel 1746, alla famiglia Compagna che vi rimane fino alle leggi eversive del 1806.

Il santuario dei Santi Cosma e Damiano venne eretto sui ruderi di una antica struttura monastica basiliana, con forme barocche. All’interno, oltre ad alcune statue processionali, spicca l’icona dei santi titolari. Di un certo interesse, delle tele sei settecentesche di ignoti pittori meridionali.

Si dice che chi nasce la notte di Natale nello stesso momento in cui il sacerdote giunge alla consacrazione, sarà una ora (strega) se femmina, pipinaro (lupo mannaro) se maschio. Per scoprire chi appartiene a questa schiera è sufficiente che il sacerdote, durante la messa di Pasqua, lasci il Vangelo aperto sull’altare. Coloro i quali sono prigionieri delle tenebre, resteranno inchiodati ai banchi della chiesa. Si usava anche portare in chiesa un’erba chiamata zoijra che avrebbe consentito di mascherare ore e pipinari.

CASSIANO D., Nota per una storia della comunità arbreshe di S. Cosmo Albanese, «Zjarri» San Demetrio Corone, 1974, n. 2;

SERRA A., Fra gli uliveti di San Cosmo un antico santuario degli Albanesi di Calabria, Roma, «Shezat», 1967, n. 9-10-11;

TOCCI G., Notizie storiche e documenti relativi ai comuni di S. Giorgio Albanese, Vaccarizzo, S. Cosmo, Macchia, S. Demetrio, ecc., op. cit.