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MOTTAFOLLONE

Anche in questo caso, sembra sia stata una delle prime famiglie feudali della provincia ad aver dato il nome alle terre assoggettate al suo dominio. Siamo nel sec. XIII. Ecco che dal casato Falone o Folone nasce un villaggio al quale si aggiunge Motta a testimoniare forse l’usanza normanna di edificare città fortificate sui colli o di incrementare piccoli centri preesistenti. Qualcuno identifica in Mottafollone l’antica Arianta nel cui sito, che nel corso degli anni andava spopolandosi, nel IX secolo, dovette sorgere una comunità. Furono incrementati i dintorni dell’abbazia basiliana già attiva ed operosa a quei tempi presso il Monte la Mula.

C’è anche chi ipotizza che il nome derivi da Mocta-fellonis, ossia, castello del traditore. Nel 1343, vi figurano, quali feudatari, i Sangineto che, per successore femminile faranno confluire i loro averi nel potente casato Sanseverino. Costoro lo cedono, quale suffeudo, agli Arcella. Successivamente viene alienato in favore dei Pescara (1580); dal 1605 al 1611 vi subentrano i Firrao; fino al 1616 i Della Cava. Da questa data al 1740 i Telesio. E quindi la volta dei Van den Eynden fino al 1743. Per successione femminile perviene ai Carafa, principi di Belvedere, che vi rimangono fino al 1806.

Del castello che ha visto avvicendarsi le famiglie citate, avanzano alcuni resti con due rivellini laterali in buono stato. Nella chiesa dell’Addolorata, il Frangipane annotava un busto ligneo scolpito a tutto tondo e dipinto al naturale proveniente da bottega napoletana del 700 raffigurante l’Addolorata. Di notevole pregio è una croce processionale d’argento a lamine con rilievo. Trattasi di un’opera double-face. Il Cristo è riprodotto a rilievo e sotto di lui sono visibili un teschio e due fibbie. Sulla parte anteriore, grosso nodo decorato a fogliame. In un ricco fastigio ligneo del 700, tela su cui è effigiata la Madonna del Rosario del sec. XIX, al di sotto, statua lignea di Cristo morto del 700. Inoltre, acquasantiera dell’800 e crocifisso ligneo settecentesco. In sagrestia, terno con pianeta, tunicella ed accessori di tessuto in seta a broccato; su un fondo rosato, spiccano le decorazioni in giallo e in verde; sono sicuramente del 600.

La chiesa di Santa Maria della Purificazione contiene tre belle statue settecentesche di legno provenienti da bottega scultorea meridionale ispirata a modelli napoletani; raffigurano i SS. Pietro e Paolo e l’Immacolata. Nella chiesa di San Giovanni Battista è custodita una Madonna del Carmine, scolpita a mezzobusto in legno modellato e dipinto, opera di scultore napoletano del 1690, racchiusa in fastigio ligneo del 600. Inoltre: dipinto su cui sono effigiati la Madonna del Carmine con i SS. Giuseppe, Domenico, Leonardo, Caterina, di N. Troisi del 1690; tela raffigurante San Giovanni Battista la Madonna e Santa Elisabetta di ignoto del 700 e statua lignea del Battista di ignoto meridionale dell’800.

Meritano anche una visita la cappella di Sant’Antonio Abate con busto ligneo settecentesco ed affresco del sec. XIX del santo e la chiesa di Santa Maria delle Piane al cui interno si ammirano la Madonna di Schiavonea, affresco di ignoto del 1653, la Madonna col Bambino e i Santi Francesco di Paola e Francesco d’Assisi, affresco del 1631 e una Madonna assisa affrescata da ignoto del sec. XIV.

Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza

 

CERBELLI D., Monografia di Mottafollone.

 
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