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GRIMALDI

Originariamente esisteva un comprensorio contenente sei casali: Santa Caterina, Sant’Anastasio, San Domenico degli Schiavi, Santo Stefano, San Pietro, la Trinità. Gli abitanti di questi villaggi, in seguito alle molestie degli aiellesi, preferirono edificare un nuovo centro sul Colle di Serra Longa dotato di un castello noto come Motta Grimalda. Per il resto subì le stesse sorti dei casali cosentini In località Pianetto Donnico nel 1931 è stata scoperta una necropoli medievale con corredi funerari.

La chiesa matrice, eretta nel 700, ha un portale barocco settecentesco scolpito in pietra locale. L’interno è in stile barocco opera di maestranze locali del 700. In apposite nicchie, due statue dedicate ai SS. Pietro e Paolo, entrambe scolpite da ignoto artista partenopeo del sec. XVIII. Degni di nota, due confessionali settecenteschi scolpiti con motivi floreali, volute, scanalature e stemma con corona, provenienti da bottega di intagliatori roglianesi. Il fonte battesimale è scolpito in pietra tufacea, ornato con simboli che si richiamano alla liturgia cristiana; poggia su una base a tre piedi con mascheroni e reca la data 1493.

La chiesa di Sant’Antonio sorge accanto al convento dei Minori Osservanti fondato dai padri Francescani nel sec. XVII, come si desume dal chiostro monastico formato da arcate coeve che poggiano su pilastri del primo periodo barocco. L’interno, col medesimo stile, contiene interessanti opere di intaglio ligneo settecentesco, quali un pergamo decorato ad intagli e intarsio e un grande armadio con cimase decorate, quest’ultimo frutto della bottega di fra Giuseppe da Grimaldi e fra Gennaro da Bonifati. Il coro, intagliato nel 1762 da Pietro Celestino da Grimaldi, è formato da panche con alto postergale e fregio ad intarsio con motivi geometrici e floreali. Conteneva un Ecce Homo attribuito a Frate Umile da Pietralia.

Nella chiesa di San Francesco di Paola, i seguenti dipinti: San Pasquale di Baylon di ignoto del 700, Madonna col Bambino e altro santo, Madonna col Bambino con San Nicola ed altro santo, Sant’Antonio da Padova, Sacra Famiglia con San Giovannino, Cristo benedicente, Madonna, Sacra Famiglia, Santa Chiara e Santa Rosa, Cristo Fulminante tra San Francesco d’Assisi e la Madonna, tutti di ignoti pittori meridionali dei sec. XVII e XIX. Oltre ad un busto ligneo dell’Ecce Homo del 700, vi sono custodite alcune statue lignee dedicate rispettivamente a: Sant’Antonio da Padova, San Pasquale di Baylon, San Francesco d’Assisi, l’Assunta e modellate da ignoti scultori del sec. XIX. Inoltre, fontana marmorea, croci astili in legno e in argento, campanelli liturgici e turiboli.

La notte di Natale, l’acqua attinta alla fontana, alla mezzanotte, doveva essere custodita in casa perché allontanava ogni male ed era anzi di buon auspicio per la ricchezza, la salute e la felicità. Veniva detta acqua muta perché le donne che andavano ad attingerla, nascondevano il viso con uno scialle nero onde non riconoscersi luna con l’altra evitando così di fare svanire ogni proprietà magica della stessa. Quando ci si accorge che qualcuno è affascinato, ossia è vittima del malocchio, si prende in mano un oggetto che gli appartiene e, dopo la mezzanotte, si ha cura di portarlo, avvolto in un panno nei pressi del fiume Savuto. Dopo aver recitato una preghiera davanti ad un piccolo santuario, si immerge l’oggetto nell’acqua e viene trascinato fino ad un pantano ricco d’erbe tra le quali spicca la ruta, pianta narcotica che nei pressi di Cosenza viene ritenuta un toccasana, tanto che si dice: "Ruta sette mali stuta". E' necessario, quindi, recitare per tre volte una strofetta: "bona venuta cummari Ruta... (il nome dell’ammalato) ti saluta, e te manna diciennu, che si lu vuoi fari muriri, lu fai ngialliri, si lu vuoi fari campari, lu fai arrussicari" (Benvenuta comare Ruta l’affascinato ti saluta e ti manda a dire che se vuoi farlo morire, lo fai ingiallire, se vuoi farlo campare, lo fai diventare rosso). Poi si torna nel paese all’alba e si restituisce l’oggetto all’ammalato.

Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza

 

SACCOMANNO R.P., Storia sociale di Grimaldi, Cosenza, Marra, 1985.

 

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