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FRASCINETO

 Il Vecchio casale di San Pietro, appare nel 1490 come Casale di Frascineto dal latino Fraxinetum, luogo ove sono particolarmente presenti i frassini, oppure dal cognome albanese Frascina. Il paese, successivamente casale di Castrovillari, venne fondato da una colonia di Albanesi tra il 1478 e il I 492 ed infeudato alla potente famiglia Sanseverino di Bisignano dal 1495 al I 507; passò poi a Giovanna d’Aragona che, nel 1519, lo alienò in favore degli Spinelli di Cariati che vi rimasero fino al 1806.

La settecentesca chiesa di San Basilio il Grande, costruzione barocca mononavata con cupola esagonale e con facciata tripartita in muratura, con portale e nicchia sovrastante, custodisce statue del titolare in legno del sec. XIX e di Santa Lucia della stessa fattura della precedente. Inoltre i dipinti: la Madonna delle Grazie e l’Assunta, della seconda metà del `700. di Genesio Galtieri; la Madonna in Gloria adorata da San Giuseppe e San Giovanni Battista opera di Francesco Bilotta di fine `700; la Madonna del Suffragio del sec. XVIII, ritoccata da Luigi Calano nel 1824. L'iconostasi e l'altare in stile bizantino sono di recente erezione, nel I 947, infatti, il pàpas Emanuele Giordano li fece collocare al posto dei tre altari latini che erano nella chiesa. Altre icone bizantine del greco anakàkis, sono state aggiunte nel 1978.

In località Foresta, chiesa di San Pietro, struttura di origine basiliana in stile normanno - bizantino, a pianta basilicale con riferimenti architettonici di marca orientale; venne rifatta nel `500 sullo stile delle chiese del Monte Athos mostrando più d’una analogia con le chiese di Sant' Anna di Palizzi Superiore e di San Ciriaco Raparo. La cupoletta è a tamburo cilindrico quadricerchiato e quadriforato. L'interno, trinavato, risente delle stesse correnti architettoniche; ha le tre absidi terminali disposte a trifoglio con elementi dello stesso stile dell'esterno; transetto e presbiterio di analoga impostazione stilistica.

La chiesa di S. Maria Assunta è un edificio mononavato decorato in stile barocco. Era stato innalzato prima dell'arrivo degli Albanesi e riconsacrato col rito greco nel 1767. Si presenta con un'ampia cupola ed originale campanile.

E' interessante una visita al Santuario della Madonna di Lassù. Comunemente è nota Come Shen Mèria Ktjie larte. E' posta a nord del paese e scavata nella roccia ln una località ove prima trovavasi un ascetario dedicato alla Madonna degli Aramei.

Vi si conservano ancora numerose tradizioni albanesi, tra le quali, particolari danze cantate nel lunedì dell'Angelo dette Vallet.

In tutta Ia Calabria, si crede che la notte dell'Epifania gli animali pallino, a Frascineto , si pensa che ciò avvenga anche la notte di Natale. e i bambini cantano: <<La notte di Natale, galli e galline vanno per le danze>>. Non solo, Si dice anche Che fioriscano e fruttificano gli alberi, che scorra olio nei fiumi e miele dalle fontane, e che si tramutino gli oggetti in oro.

Nessuno deve vedere questi prodigi o ascoltare le voci degli animali pena la morte all' istante.

Le feste popolari di Frascineto, specialmente quelle della primavera, vengono allietate da una specie di zufolo rudimentale formato dalla corteccia di un ramo di fico quando è in vegetazione; il richiamo ai riti dell'antichità classica è evidente: il flauto è lo strumento che ci ricorda le feste bacchiche, e il fico è dedicato a Bacco. Si dice che un giovane pastore amasse passare il suo tempo, dall'alba al tramonto suonando la zampogna. La madre ossessionata da questo fatto gli augurò di perdersi e di ritrovarsi sulla luna. La bestemmia lo colse davvero perché ‚ un giorno il giovane svanì nel nulla e c'è chi giura che nelle notti di plenilunio, se si scruta minuziosamente la superficie lunare, si scorge la sagoma dell'appassionato suonatore con i suoi elementi caratteristici: profilo, cappello, zampogna.

La Pasqua dura i giorni per commemorare la vittoria di Skanderbeg contro i Turchi. Tra sabato e domenica, a mezzanotte, il suono delle campane annuncia la resurrezione di Cristo , seguita dalla lettura del vangelo (Fjalza e Mire), e da Hrisòs arresti o Krishti ngjàll (Cristo è risorto), dal canto mattutino e dalla liturgia di S. Giovanni Crisostomo. Contemporaneamente altri partecipanti invitano il paese alla festa con un motivo popolare. C'è‚ la credenza che le anime del purgatorio se vogliono comunicare con i vivi, assumono le sembianze di cani bianchi che si appostano negli incroci fino al passaggio della persona desiderata.

Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza

 

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